Auditorium San Lorenzo

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Storia dell'Auditorium San Lorenzo

La nascita

La Chiesa di San Lorenzo, appartenente alla Fondazione "Patrimonio degli Studi", è opera dell'Arch. Pietro Alberto Cavalieri che ne iniziò la costruzione nel 1764 per conto dei Padri della Compagnia di Gesù.

La prima pietra fu collocata dal Cardinal Vincenzo Malvezzi, Arcivescovo di Bologna, il 2 luglio di tale anno.

I Gesuiti, chiamati a Cento ad istruire la gioventù nelle scienze e nelle lettere, secondo le volontà dei nobili centesi Lorenzo Dondini e Francesco Piombini, che avevano lasciato una ricca eredità, nel 1738 acquistarono due case contigue poste in via di Mezzo (attuale via Guercino), ponendo mano alla costruzione di un collegio ove prendere stabile soggiorno.

Alcune stanze del piano terra furono adattate a chiesa ma risultavano inadeguate all'esercizio del culto, perciò i Gesuiti stabilirono di erigere l'attuale chiesa, la cui edificazione terminò nel 1773, senza però essere portata a perfezione a causa della prematura soppressione dell'ordine.

La chiesa, anche se non subito abbandonata, cominciò a subire le conseguenze dirette di questo avvenimento. Nel corso del tempo le vicende storiche, il mancato rispetto per l'edificio sacro e la mancata manutenzione portarono l'edificio stesso ad un pietoso stato di degrado.

Sull'altare maggiore della chiesa era esposto il quadro raffigurante il martirio di San Lorenzo di Jacopo Parolini, pittore ferrarese, da altri attribuito a Francesco Pellegrini.

L'Ottocento

Nel 1840 detto quadro fu sostituito da una tavola di Alessandro Candi, pittore centese, rappresentante il martirio di San Lorenzo, copia della bellissima tela del Guercino, che si trova nel Duomo di Ferrara.

Nel secondo altare a destra era il quadro con i Santi Marino, Marcio e Leone, di un certo Antenore Mignatti, pittore italiano attivo nel 1805.

La cappella era stata ornata a spese dell'Unione dei Muratori, che ogni anno vi celebrava la festa del Santo protettore.

Nel secondo altare a sinistra vi era il quadro di San Francesco da Paola, del pittore bolognese Capurri, e una speciale Compagnia, devota al Santo, ne curò il culto ed il restauro.

Nella sagrestia di questa chiesa esisteva una Madonna bizantina, detta degli Angeli, dipinta su una tavoletta di legno.

Nel 1860 fu innalzata la torre su disegno dell'ing. Luigi Bertuzzi, sulla quale doveva essere installato l'Osservatorio per le speculazioni meteorologiche ed astronomiche, che però non fu mai installato.

Il 5 maggio 1866 la chiesa fu chiusa al culto per acquartierare le truppe di passaggio a Cento, ma l'8 agosto fu ripresa l'officiatura.

A tutto il 1870, nei giorni festivi, le truppe del presidio militare di Cento accedevano alla chiesa di S. Lorenzo per ascoltare la S. Messa delle ore 11.

Così pure, ogni anno, nella quarta domenica di agosto si celebrava la festa della Madonna detta dell'Olmo, che assumeva particolare solennità in coincidenza con l'inizio della stagione lirica centese.

Il Primo Novecento

Chiusa definitivamente al culto nell'anno 1914, la chiesa venne via via adibita ad acquartieramento di truppe nelle due guerre, a deposito di materiale militare, a linificio-canapificio, a magazzino e laboratorio per artigiani, a palestra per le scuole, a magazzino dei materiali del Comune e delle società carnevalesche, ad autorimessa e ad altri usi non certo confacenti con la dignità dell'antico monumento, con il risultato che i danni agli altari, agli stucchi ed agli ornamenti risultarono sempre maggiori.

Per salvare il salvabile, nel giugno del 1949 venne promossa una dichiarazione da parte del Ministero della Pubblica Istruzione con la quale la chiesa di San Lorenzo veniva riconosciuta di particolare interesse artistico in quanto "caratteristico edificio del secolo XVIII in laterizio rivestito di stucchi, che ricorda la fantasiosa armonia scenografica della Cattedrale di S. Pietro in Bologna riformata dal Torreggiani", ma nonostante tale riconoscimento la chiesa rimase abbandonata alla incuria degli uomini, priva di qualsiasi manutenzione tanto che, dopo il crollo del soffitto, nel 1962 si giunse a chiederne la demolizione, negata dalla Soprintendenza.

Il nuovo Auditorium

Soltanto nel 1968 l'Amministrazione del Patrimonio degli Studi decise il recupero integrale dell'edificio, prevedendone un impiego per scopi culturali.

Il lavori di restauro furono ultimati nel 1973, sotto la direzione del Comm. Prof. Arch. Ercole Checchi, Soprintendente ai Monumenti di Ravenna, con la collaborazione dell'Ing. Sergio Venturi.

Si provvide alla totale ricostruzione della grande volta a vela, crollata, in cemento armato e laterizi; si rifece il pavimento, realizzandolo in marmo; si restaurò la facciata, le statue, gli stucchi e le cornici interne.

A completamento di tali opere si è proceduto alle tinteggiature interne e della facciata, alla realizzazione di un nuovo impianto di illuminazione e di un impianto di riscaldamento.

La cerimonia di inaugurazione si è svolta in data 16 settembre 1973 con un concerto del violinista Salvatore Accardo.

Dopo il restauro l'Auditorium è stato utilizzato per diverse iniziative a carattere culturale ed artistico (mostre, concerti, conferenze, spettacoli).

A partire dal 1996 l'edificio è stato oggetto di altri importanti interventi di restauro, per salvaguardarlo dal degrado subito, in certe parti ormai evidente, con il rifacimento del manto di copertura e della lattoneria, la deumidificazione delle murature, il ripristino delle tinteggiature interne ed esterne, il restauro delle decorazioni in stucco.

Si è inoltre proceduto all'adeguamento dell'edificio alle vigenti normative per la sicurezza dei luoghi di spettacolo.

Infine, sono stati eseguiti interventi di sistemazione e valorizzazione della piazza Cardinal Lambertini, antistante l'edificio, con ripristino della pavimentazione in ciottolato e sistemazione di panchine e lampioni.